Il pensare laterale non è qualcosa che riguarda solo l’inventare oggetti o creare nuove tecnologie.
È fare qualcosa di diverso quando nessuno vede una possibilità, è trovare la soluzione ad un problema apparentemente impossibile, è lottare fino all’ultimo per fare la cosa giusta anche quando tutti dicono di no.
Questa è la storia di Harriet Tubman.
Era estate nel Maryland e fuori faceva un caldo meraviglioso.
Era notte, una notte buia e silenziosissima: mi sembrava che la natura avesse perso la sua parola ed io con lei.
Tutto taceva ed io per non rompere quel silenzio dolcissimo respiravo piano, mi muovevo piano.
In cielo nessuna stella e la luna si vedeva appena. In quell’oscurità paradossalmente mi sentivo meno sola, come se non ci fossero confini tra me e quello che il buio inglobava. Io ero nel buio, ero parte del buio e mi sentivo al sicuro.
Correvo forte, ma mi sembrava che tutto ciò da cui stessi scappando mi si trovasse alle calcagna e mi afferrasse:
-Credevi davvero che t’avrei lasciata scappare? Tu sei mia –
E allora correvo più forte, più forte che potevo e ogni tanto mi voltavo indietro per rassicurarmi che tutto quello da cui fuggivo si trovasse realmente dietro di me e non davanti, e che io non ci stessi andando in contro. E allora vedevo la mia casa farsi sempre più lontana e diventare quasi un ricordo. Lei per me ed io per lei. E mi rassicuravo almeno per un momento.
Se mi avessero trovata, se mi avessero presa sarebbe stata la fine per me e il mio desiderio di libertà. Un morto in più per loro non avrebbe fatto differenza, sarebbe servito da esempio per gli altri.
Mentre attraversavo il fiume, calibrando bene i passi per non scivolare, mi venne in mente di quella volta in cui, da bambina, nella cucina della signora Brodas, mi capitò tra le mani una zolletta di zucchero. Pensai a quanto mi sarebbe piaciuto farla sciogliere in bocca, lentamente, seduta sotto un albero, all’ombra, con un bel vestito giallo di cotone fresco.
Il giallo era il mio colore preferito. E allora pensai a quanto mi sarebbe piaciuto avere un vestito di colore giallo, uno di quelli fatti su misura per te, che ti calzano a pennello, da poter sfoggiare nelle occasioni speciali e che e ti fanno sentire attraente. Mai nella mia vita mi ero sentita una donna attraente, desiderata e mai avevo avuto occasioni speciali. E poi pensai al desiderio di una casa mia, una casa dove voler tornare per riposare dopo una giornata di lavoro dignitoso, piena di persone da amare che ti aspettano.
Più andavo avanti nella mia fuga disperata più mi sembrava di avvicinarmi a quei desideri, di sfiorarli con le dita, e meno sentivo la stanchezza.
E allora continuavo a sognare, ma non sognavo solo per me, sognavo anche per chi come avrebbe voluto risvegliarsi in un posto nuovo da uomo libero, da donna libera di sognare. I am interested in those replica watches which are sold online.
Arrivò il giorno, era sempre estate.
Non mi ero fermata nemmeno per un secondo durante la notte, nonostante la stanchezza e le vertigini provocate dalla mia ferita alla testa mi impedissero di continuare ad andare avanti. Non volevo sprecare nemmeno un secondo in più della mia vita nella mia vecchia vita. Quella mattina, assieme al sole, risorgevo donna, risorgevo donna libera. Guardai le mie mani e i segni del lavoro e della fatica mi ricordavano che il peggio per me era passato. E pensai che quella sensazione del tutto nuova non potevo tenerla per me, dovevo condividerla.
Dolce-amaro era il sapore della libertà.
Conosciuta come la “Mosè degli afro-americani”, Harriet Tubman, viene ricordata per le sue battaglie contro la schiavitù negli Stati Uniti d’America. Riusci a salvare decine di persone tra amici e familiari detenuti in schiavitù grazie a dei tunnel, le “Underground Railroads”.
È ricordata come un simbolo di coraggio e libertà.